Malavoglia presenta “Se finirà”: intervista


Malavoglia torna con “Se finirà”, un brano intenso e sincero nato da una storia d’amore appena sbocciata. Tra dolcezza e paura di perdere ciò che si ama, il cantautore riflette sull’importanza di vivere il presente senza lasciarsi travolgere dalle aspettative. Nell’intervista per Fiuta Notizie, racconta la sua visione autentica della musica e dell’amore, fatta di verità, emozione e consapevolezza.

Come nasce questa passione, questa voglia di proporre te stesso alla gente attraverso la musica e i tuoi testi?
Diciamo che parte da lontano. Da bambino mi piaceva scrivere poesie, poi approcciandomi alla musica molto presto ho iniziato a mettere melodie su alcune cose che scrivevo. Ho cantato la mia prima canzone live a 21 anni, durante un concerto con la mia cover band. Mi sono accorto che era piaciuta alla gente e da lì non mi sono più fermato. Ora mi rendo conto che scrivere è molto importante per me, mi completa e mi permette di esprimere una parte di me che altrimenti risulterebbe inespressa e chiusa.

Qual è la tua canzone preferita che ti piace di più suonare?
ALLEVATI A TERRA ! Non mi stanca mai vedere l’effetto contagioso che ha questa canzone, dal vivo, sulla gente. È generalmente il brano o di chiusura o di apertura dei miei concerti.

Come giudichi il panorama della canzone italiana? Il Festival di Sanremo è ancora il palcoscenico più importante per gli artisti?
Il panorama della musica italiana si divide in due grandi gruppi: Mainstream e musica sommersa.
Il mainstream ha fagocitato un po’ tutto anche perchè ciò che prima era indipendente adesso ne fa parte, compresi anche i canali indipendenti. Si è saturato un po’ tutto e la musica indipendente di oggi annaspa, cercando spazi che non ci sono, col rischio che anche progetti strutturati e avviati fatichino a trovare una certa visibilità anche perchè nel gran marasma della musica che cerca di emergere c’è un po’ di tutto. Si fanno più canzoni oggi, la musica è accessibile a tutti in maniera molto più rapida e economica rispetto a prima e questo sicuramente può essere un’arma a doppio taglio. C’è un mercato saturo e gli artisti soffocano. 
Sanremo è ancora il palco più importante, certo. E dico purtroppo perchè vuol dire che non siamo riusciti a creare qualcosa di importante che rompa le regole e che dia spazio ad altro che non sia, appunto, mainstream. Anzi, non solo Sanremo è ancora il palco più importante ma adesso proietta i protagonisti nei vari festival estivi e altre kermesse. Praticamente è Sanremo tutto l’anno fino a quando non inizia un altro Sanremo

Che ne pensi dei Talent show come trampolino di lancio?
E’ un canale, un mezzo. Ma non valorizza l’artista, ti rende un prodotto e inserito in un tritacarne dove inizi a girare veloce fino all’ennesimo born out.
Dico che comunque va bene tutto, ognuno sceglie la propria strada, ma il vero problema non sono i Talent...non ci sono alternative o se ci sono, sono molto poche.
Ci sono i social, Tik Tok, Instagram. Ma anche da lì sta uscendo di tutto, è diventato saturo anche quel canale. 

Ci racconti la genesi del tuo nuovo singolo?
“Se finirà” nasce in un pomeriggio d’autunno mentre ero sul divano di casa mia con la chitarra in mano pensando a ciò che stavo vivendo grazie ad una storia appena nata, di quelle belle, così belle che poi hai paura di perderle o, il più delle volte, di non sapertele vivere.
Che poi, l’amore lo roviniamo sempre con quelle maledette aspettative che appesantiscono tutto e finiscono per soffocarlo.
E allora perché non provare a vivere davvero l’amore per quello che ci dà nel nostro presente? Carpe diem, carpe diem… ce lo diciamo sempre, lo scriviamo e leggiamo ovunque, nei nostri post motivazionali di Instagram, su Facebook e nei video di Tik Tok, ma alla fine non siamo in grado di viverci il momento.

Tre dischi che non possono mancare nella tua valigia?
Tre sono pochissimi, dai! 
Allora facciamo così.. nella mia valigia metto tutti quelli miei preferiti, dei miei cantautori che amo e che ho incollato sull’anima. Nell’altra valigia, un trolley da viaggio, ti metto 3 album che non sono tra i miei preferiti ma che sono legati a passaggi della mia vita molto importanti.
il primo è sicuramente Greatest Hits II dei QUEEN perchè lo lego alla mia infanzia e ai lunghi viaggi in macchina. Mio papà metteva sempre la cassetta dei QUEEN e la voce di FREDDIE mi faceva compagnia. Tant’è che poi a FREDDIE ho dedicato anche un dialogo tra me e lui che è diventato poi canzone; il brano si intitola FREDDIE e la trovate nel mio album PUNTO.
L’altro disco è CALIFORNICATION dei Red HOt Chili Peppers. Questo è un album incredibile, dalla prima all’ultima traccia. Sono legato a questo album perchè rappresenta la mia prima adolescenza e Otherside è stata la prima canzone che ho cantato live con la mia prima band. È un album al quale devo molto.
L’altro album è NEVERMIND dei Nirvana. Questo album lo avrò ascoltato centinaia di volte per cercare sempre i risvolti della personalità di Kurt e tutte le volte mi sembra di trovare nuovi spunti. Questo album mi ha fatto avvicinare alla musica suonata, alle chitarre.
Nell’altra valigia sono al sicuro, invece, tutti gli altri.
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