Gianluca Amore si apre con ‘Pray’: un brano che urla speranza

Con il nuovo singolo “Pray”, Gianluca Amore firma uno dei brani più intensi e autentici del suo percorso artistico. La canzone nasce da un momento di profonda crisi personale, quando tutto sembra crollare e l’unica via d’uscita possibile è affidarsi a qualcosa di più grande, a un’entità spirituale che possa restituire direzione e luce. “Pray” è una preghiera, ma anche un urlo liberatorio: il ritmo incalzante delle strofe, la sospensione del pre-ritornello e l’esplosione melodica dell’inciso creano un crescendo emotivo che accompagna l’ascoltatore in un vero e proprio viaggio catartico.

Attraverso questo brano, Amore mette a nudo la propria vulnerabilità trasformandola in forza espressiva, fondendo introspezione e potenza vocale in un equilibrio perfetto. Un invito a non arrendersi, a cercare sempre una via d’uscita anche nei momenti più bui, e a credere che ogni crollo possa essere l’inizio di una rinascita.

In occasione dell’intervista con Fiuta Notizie Gianluca Amore racconta la genesi di “Pray”, il suo rapporto con la musica e il suo sguardo sul panorama italiano contemporaneo, tra talent, Festival di Sanremo e ispirazioni che spaziano da Donny Hathaway a Giorgia.

Come nasce questa passione, questa voglia di proporre te stesso alla gente attraverso la musica e i tuoi testi?

Durante l’adolescenza, ho iniziato a scrivere dei pensieri. All’inizio erano solo una forma di sfogo, come se scrivessi una lettera per confidarmi e confessarmi. Quando avevo 16 anni, ho preso uno di questi testi e ho cominciato a cantarlo, quasi spontaneamente. E lì ho capito che i testi, attraverso il linguaggio musicale, potevano trasformarsi in una forma espressiva diventando canzoni.

Qual è la tua canzone preferita che ti piace di più suonare?
Ce ne sono tante, variano da periodo a periodo. Da “A song for you” di Donny Hathaway, a “Di Sole e d’Azzurro” di Giorgia. 

Come giudichi il panorama della canzone italiana?  Il Festival di Sanremo è ancora il palcoscenico più importante per gli artisti?
Sicuramente il Festival di Sanremo, in Italia, resta ad oggi la più grande occasione di visibilità per un artista. 

Che ne pensi dei Talent show come trampolino di lancio?

Credo siano un canale molto immediato per ottenere subito una grande visibilità. 

Ci racconti la genesi del tuo nuovo singolo?
Pray è nata in un momento di estrema difficoltà. Un periodo di attacchi d’ansia continui, l’esigenza, dopo giorni di apatia, di uscire di casa senza una meta. Cercando una risposta, una direzione, una luce.
 
Tre dischi che non possono mancare nella tua valigia?

“Giorgia” (Giorgia, 1994), “Ultimamente” (Alex Baroni, 1999), “Innuendo” (Queen, 1991)


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