France: con “E ci sei” l’amore diventa forza, rifugio e riscatto

 

France torna con un nuovo singolo, “E ci sei”, un brano che affonda le radici in un’estate di due anni fa, ma che oggi suona più attuale che mai. La sua è una voce che non cerca solo l’estetica, ma il contatto diretto con chi ascolta. Il brano è un inno all’amore vero, quello che accetta le fragilità, accoglie le cicatrici e non ha paura di aspettare. Una Polaroid sbiadita, una farfalla fragile ma salvifica: le immagini che attraversano il testo raccontano di un sentimento che resiste al tempo e alle paure, diventando presenza e salvezza.
 
Abbiamo intervistato France per scoprire di più sul suo percorso, la passione nata da bambino, il legame con le sue radici musicali e lo sguardo sull’attuale panorama italiano tra Sanremo, talent show e ispirazioni senza tempo.
 
Come nasce questa passione, questa voglia di proporre te stesso alla gente attraverso la musica e i tuoi testi?
La passione per la musica si è manifestata nella mia vita sin da piccolissimo, all’età di circa 3 anni ho iniziato a studiare canto con il maestro Tony Frassanito, sicuramente avrò ereditato questa passione da mia madre, anche lei cantava, ed ho cercato di abbracciarla in maniera più ampia possibile. Da circa qualche anno ho iniziato a raccontarmi alla gente trattando tematiche che ognuno di noi vive proprio per rendere quanto più partecipe l’ascoltatore
 
Qual è la tua canzone preferita che ti piace di più suonare?
Non ho una canzone preferita, forse saranno cinquanta o forse cento o forse duecento o forse di più diciamo che “la mia canzone preferita” abbraccia una grandissima parte di tutta la musica
 
Come giudichi il panorama della canzone italiana? Il Festival di Sanremo è ancora il palcoscenico più importante per gli artisti?
Credo che sia molto forte dotato di artisti super che hanno molto da raccontare. Certo, per me il Festival di Sanremo rimane il palcoscenico più importante
 
Che ne pensi dei Talent show come trampolino di lancio?
I talent show possono rappresentare un trampolino di lancio significativo per artisti emergenti tuttavia però presentano anche sfide e rischi
 
Ci racconti la genesi del tuo nuovo singolo?
Il mio nuovo singolo è nato durante l’estate di due anni fa.
Questo brano è un inno all’amore autentico, quello che va oltre le cicatrici del passato e abbraccia le imperfezioni dell’altro. Esprime un amore che va oltre le ferite lasciate da chi, in passato, non ha saputo vedere oltre l’apparenza. L’immagine della Polaroid sbiadita rappresenta il tempo che passa, che cerca di consumare i ricordi, ma viene sconfitto dall’intensità del legame. Il tempo può logorare la carta ma non il sentimento. Nel ritornello l’immagine della farfalla, spesso simbolo di qualcosa di fragile, qui diventa la chiave della salvezza, la presenza capace di dare un senso anche ai momenti più bui. Inoltre ci fornisce la testimonianza che anche in mezzo alle difficoltà, l’amore può essere un porto sicuro. È un brano che parla di fiducia, di accettazione reciproca, di un amore che non si spaventa di fronte ai mostri dell’altro, ma li accoglie e li sfida insieme. Amare non è pretendere fiducia immediata, ma saper aspettare che l’altro trovi il coraggio di lasciarsi andare. L’amore vero non forza, non pretende, ma resta, anche quando l’altro ha paura di crederci.
 
Tre dischi che non possono mancare nella tua valigia?
Con questa domanda mi mettete in difficoltà, rispondere è difficilissimo.
Ne metterei sicuramente uno di Fabrizio Moro, per i due posti restanti potrei elencarvene centinaia
 
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