Linn ci racconta il singolo “Spazi vuoti”


Con Spazi vuoti, Linn si presenta come una giovane voce autentica del panorama musicale italiano. Un brano nato di getto, carico di emozioni, e prodotto da Marco Marra. Influenzata da icone come Lauryn Hill e Pink Floyd, Linn unisce passione, introspezione e amore per il musical e il teatro.

In questa intervista, ci racconta la sua evoluzione artistica, le sfide del mondo musicale e il suo approccio sincero alla scrittura, trasformando pensieri in musica. Un viaggio che promette di lasciare il segno.

Come nasce questa passione, questa voglia di proporre te stessa alla gente attraverso la musica e i tuoi testi?
Ho sempre amato la musica, da tutta la vita, crescendo ho poi intrapreso diversi studi che comprendono anche il musical ed il teatro.
La scrittura è arrivata circa due anni fa, anche se in realtà avevo sempre scritto i miei pensieri su quaderni o diari… ma non avevo mai pensato di poterli incastrare sulla musica!
Devo dire grazie ai miei insegnanti dell”accademia VMS che mi hanno spronata ad iniziare questo percorso!

Qual è la tua canzone preferita che ti piace di più suonare?
Tra i miei brani sicuramente “Spazi vuoti”, mentre se devo scegliere un brano al di fuori del mio repertorio, direi “Doo wop” di Lauryn Hill.

Come giudichi il panorama della canzone italiana? Il Festival di Sanremo è ancora il palcoscenico più importante per gli artisti?
Sicuramente Sanremo è ancora il palco più importante d’Italia, tuttavia lascia sempre meno spazio agli emergenti e ai giovani.
Quest’anno il limite d’età si è abbassato sotto i 26 anni ed inoltre, non ha lasciato spazio ad artisti senza etichette discografiche.
Emergere è sempre più complesso e poco meritocratico.

Che ne pensi dei Talent show come trampolino di lancio?
Il Talent show è sicuramente un ottimo trampolino per la visibilità, ma non dimentichiamoci che rimane uno spettacolo televisivo, quindi oltre ad un buon progetto artistico, viene valutato anche se il personaggio televisivo funziona o meno.

Ci racconti la genesi del tuo nuovo singolo?
Ho scritto tutto una mattina dopo aver passato una serata con una persona davvero importante per me. Le parole sono uscite in maniera totalmente naturale di getto.
Dopo aver composto anche la melodia della voce, è stata prodotta da Marco Marra che si è occupato anche del mix e del mastering.

Tre dischi che non possono mancare nella tua valigia?
Assolutamente “Exodus”, “The miseducation on Lauryn Hill” e “The dark side of the Moon”.

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