Nasce dall’esigenza personale di dire qualcosa, di esternare una parte di me che non riesco a tirar fuori a parole, come diceva un certo Max: Una musica può’ fare…
In realtà’ ce ne sono alcune che mi piace molto suonare, se proprio devo sceglierne una scelgo un pezzo che ho scritto per mio figlio, si intitola Pietro. È un brano che mi rilassa e mi diverte soprattutto per le scelte armoniche e melodiche.
Il panorama della canzone italiana, secondo me, si divide in due grandi categorie: quello della televisione e quello della musica vera e propria. Se devo giudicare quello televisivo devo dire che non è troppo nelle mie corde, se devo giudicare quello musicale posso dire che ci sono un sacco di progetti veramente validi in giro. Il festival di Sanremo rimane di sicuro una vetrina televisiva molto importante alla quale mi piacerebbe pure partecipare per lo sfizio di calcare quel palco, però il festival di Sanremo oramai è riservato a chi è già’ famoso e quindi non è puramente un palco “musicale”, intendo dire che è a tutti gli effetti un programma televisivo che deve raggiungere degli obiettivi aziendali.
Sono una lama a doppio taglio, i contratti sono molto rigidi ed è una cosa che va gestita bene, ho un po’ di amici che ci sono rimasti un po’ “strinati”, io personalmente non mi ci sono mai avvicinato.
Nasce di notte, nasce di getto in un momento delicato della mia vita amorosa, come tutte le mie canzoni è nato chitarra e voce e racconta in maniera spontanea l’inizio della mia fase “paura dell’amore”.
Ne devo mettere quattro: Anima latina, Come’ profondo il mare, Rimmel e Agnese dolce Agnese.
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