Ruben Coco: l’intervista per il singolo “Anche se non conviene”


“Anche se non conviene”
è il secondo singolo dell’artista aquilano Ruben Coco e il primo dopo la firma con l’etichetta LaPOP, che racconta la fine di una storia d'amore. Il brano anticipa l’uscita del suo primo EP in arrivo a fine estate.
 
Per l’occasione si è raccontato a noi di Fiuta Notizie.
 
Come nasce questa passione, questa voglia di proporre te stesso alla gente attraverso la musica e i tuoi testi?
Ho sempre voluto raccontarmi, fin da piccolo. Il voler stare al centro della scena mi ha aiutato molto in questo processo. Penso che il modo meno indolore che avessi per raccontare me stesso sia stato proprio quello di dirlo cantando e suonando un pianoforte.
 
Qual è la tua canzone preferita che ti piace di più suonare?
Si tratta proprio di “Gloria No” singolo che uscirà il 16 giugno
Cantare quel brano e vedere il viso della gente stupirsi per quello che dico, è impagabile
 
Come giudichi il panorama della canzone italiana? Il Festival di Sanremo è ancora il palcoscenico più importante per gli artisti?
Posso dire di non essere d’accordo con tutti quelli che: “la musica di prima era meglio”, “non ci sono più gli artisti di una volta” ecc ecc. Di musica “bella e musica “brutta” ce n’è stata in passato, c’è oggi e ci sarà in futuro. Penso che il livello del pop sia molto cresciuto negli ultimi anni. I nostri producer hanno fatto enormi passi in avanti e stiamo diventando un esempio per l’Europa. Ci saranno sì cantanti meno intonati e “portati vocalmente” di prima, ma il livello delle produzioni è arrivato alle stelle.
In Festival di Sanremo è sempre stata una vetrina nella quale si parlava più dell’outfit che del brano, ne parlava anche Enzo Biagi in un’intervista a De Andrè. Nulla di nuovo quindi.
Certo è che, negli ultimi anni, c’è stato un intenso lavoro di re-styling che ha permesso di arrivare a tutto quel pubblico che aveva spesso cambiato canale davanti al festival. Questa cosa, nonostante i paradossi, è molto positiva per chi vi partecipa come concorrente, perché arrivare sia ai giovani che a tutto il popolo italiano in così poco tempo e con così tanta energia è qualcosa da non sottovalutare
 
Che ne pensi dei Talent show come trampolino di lancio?
Ne ho fatti molti e non li demonizzo. Penso che non sia tutto pulito e che, quando entra la tv nella musica, a volte perdano entrambe (ma non è sempre così ovviamente).
 Consiglio a tutti di fare esperienza nei talent e che ognuno possa trarre il massimo da cose del genere.
Non è un talent che ci fa diventare famosi, è la testa
 
Ci racconti la genesi del tuo nuovo singolo “Anche se non conviene”?
“Anche se non conviene” è nato da una delusione. Non so se sia stato deluso o sia stato io a deludermi, fatto sta che da una storia del genere, sia riuscito a cacciarci una canzone che la gente canta perché sente sua. Era un brano che inizialmente volevo buttare perché non sentivo potenziale. Portato in studio da Luigi Tarquini “Etrusko” e Federico Fontana “Phonez”, ha cambiato completamente faccia.
Da: “questo lo butto” a “questo esce come singolo” il passo è stato breve. Per me rappresenta una sorta di auto terapia, un promemoria per non ricadere in buche relazionali come quella che racconto



 
Tre dischi che non possono mancare nella tua valigia?
Sushi e coca - Marta sui tubi
Non al denaro, non all’amore ne al cielo - Fabrizio De Andrè Sheer heart attack - Queen

Nuova Vecchia