Intervista a Hera in occasione dell'uscita di “HEART”


 “HEART” è il nuovo EP di HERA che descrive la sintesi di un pensiero in continua evoluzione, nato da un forte desiderio di comunicazione. È un cuore pulsante, aritmico che non ama seguire schemi regolari per cui oggi ha la forma sonora che trovate su tutte le piattaforme digitali, ma domani potrebbe sorprendervi e trasformarsi in altro.

Una premessa che lo rende libero e dinamico. In quest’ottica ogni singola traccia rappresenta una realtà a sé stante, completamente slegata dalle altre sia per la parte testuale che musicale. È un tributo alla forza prorompente della natura, attraverso la quale si raccontano storie di vita quotidiana scandite da suoni, parole e arrangiamenti che rappresentano a pieno i quattro elementi naturali. 

Parliamo direttamente con lei del suo percorso artistico e del nuovo album.

Come nasce questa passione, questa voglia di proporre te stessa alla gente attraverso la musica e i tuoi testi?
Bellissima domanda. 
Musicalmente parlando nasco come interprete, ho sempre ascoltato e cantato tantissima musica di natura estremamente diversa ( pop, dance, musical, musica vocale, etc). Per tanti anni ho scritto poesie e storie, fondendo immaginazione e realtà, finché, dopo un blocco emotivo durato qualche anno, non ho deciso di unire queste due passioni, ossia scrittura e musica.

Qual è la tua canzone preferita che ti piace di più suonare?
Devo dire che non c’è una canzone preferita, ma sono molto legata al singolo Escape Room. Segna l’inizio di un periodo di rinascita.

Come giudichi il panorama della canzone italiana? Il Festival di Sanremo è ancora il palcoscenico più importante per gli artisti?
Troppo ancorato a meccanismi commerciali, mi piacerebbe ci fosse maggiore apertura verso un modo di fare arte che non segue regole o vincoli dettati dallo share. 

Che ne pensi dei Talent show come trampolino di lancio?
Sono una possibilità. La trovo una strada opportuna da percorrere quando c’è una preparazione e/o una sostanza musicale pregressa.

È da poco uscito il tuo nuovo album. Ci racconti la genesi del disco?
In realtà ho iniziato a scrivere le nuove tracce subito dopo l’uscita del mio primo Ep “Mandala”, fuori su tutti i digital stores a partire dallo scorso maggio. Una raccolta che considero un ibrido sperimentale in cui ricerco il mio linguaggio, quella fase di crisalide che anticipa l’ultimo lavoro discografico “Heart” in cui divento finalmente farfalla.

Tre dischi che non possono mancare nella tua valigia?
Nero a metà - Pino Daniele 
Greatest Hits - Queen 
Heart - Hera 
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