"La formula della trasformazione" è il nuovo EP di Filippo Ferrante che vuole ispirare l'ascoltatore a vivere in modo più consapevole, ad apprezzare la bellezza della vita guardando oltre gli ostacoli per trovare nuovi significati e nuovi modi di affrontare le sfide esistenziali apprezzando ciò che di bello già abbiamo. L'EP contiene 6 brani che ci invitano a riflettere sull'importanza dell'amore nella nostra vita come forza capace di sanare ogni conflitto o disagio; dell'accettazione di sé stessi comprese le proprie contraddizioni; della capacità di superare i momenti difficili e di trasformarli in nuova linfa. Le melodie, armoniche e coinvolgenti, creano un'atmosfera di spensieratezza e serenità che permette all'ascoltatore di immergersi in un mood sognante, a tratti malinconico.
I testi dei brani hanno spesso un riferimento alla natura perché come la natura appunto anche noi dobbiamo imparare a cambiare e ad adattarci alle diverse fasi della vita per poter crescere e progredire e dunque come la natura dobbiamo imparare ad evolverci e scoprire quale frutto o quale segno possiamo lasciare in questo mondo.
Come nasce questa passione, questa voglia di proporre te stesso alla gente attraverso la musica e i tuoi testi?
La musica è presente nella mia vita da sempre. Ho iniziato a suonare la chitarra classica all’età di 7 anni. La melodia e l’armonia nelle canzoni mi hanno sempre affascinato ed ho iniziato pian piano ad avvertire l’esigenza di creare qualcosa di mio. Ho scritto così le prime melodie e i primi testi fino ad appassionarmi anche al canto e a fondare la prima band. Con la band ho potuto maturare l’esperienza di incidere un album e confrontarmi con il mondo dell’industria musicale. Dopo la band ho iniziato un progetto solista di brani con un taglio più cantautoriale ricercando di affinare sempre più uno stile personale dalla scrittura alla tecnica vocale per arrivare alle produzioni, sound ed arrangiamenti
Qual è la tua canzone preferita che ti piace di più suonare?
Non ho una canzone preferita, sicuramente sono più affezionato alle prime che ho composto perché le vedo ancora acerbe ma nello stesso tempo, pure e genuine.
La musica è presente nella mia vita da sempre. Ho iniziato a suonare la chitarra classica all’età di 7 anni. La melodia e l’armonia nelle canzoni mi hanno sempre affascinato ed ho iniziato pian piano ad avvertire l’esigenza di creare qualcosa di mio. Ho scritto così le prime melodie e i primi testi fino ad appassionarmi anche al canto e a fondare la prima band. Con la band ho potuto maturare l’esperienza di incidere un album e confrontarmi con il mondo dell’industria musicale. Dopo la band ho iniziato un progetto solista di brani con un taglio più cantautoriale ricercando di affinare sempre più uno stile personale dalla scrittura alla tecnica vocale per arrivare alle produzioni, sound ed arrangiamenti
Qual è la tua canzone preferita che ti piace di più suonare?
Non ho una canzone preferita, sicuramente sono più affezionato alle prime che ho composto perché le vedo ancora acerbe ma nello stesso tempo, pure e genuine.
Come giudichi il panorama della canzone italiana? Il Festival di Sanremo è ancora il palcoscenico più importante per gli artisti?
Penso che oggi non sia facile emergere nella musica come lo era però anche anni fa. Tuttavia sono rimasto sempre dell’idea che il “fare” porti a crearsi pian piano uno spazio in questo Mondo. Il “fare” per me è l’azione che trasforma in maniera rapida un’idea in qualcosa di concreto. Quindi è tutto ciò che c’è dietro allo scrivere nuove canzoni, sperimentare e perché no anche al “cannare” qualche brano o produzione. Molte carriere dei cantautori più affermati oggi in Italia e nel Mondo hanno vissuto un’esperienza simile, che dunque dal basso li ha portati sempre più su con un alternarsi di discese, risalite e poi ancora nuove discese, hit di successo e qua e là anche dei flop. E’ un po' come la vita. Credo che un’artista non possa affermarsi solo con buona dose di popolarità, senza sporcarsi le mani. Credo, infine, che il festival di Sanremo resta il palcoscenico più importante soprattutto come ponte promozionale di lancio di un nuovo lavoro discografico.
Penso che oggi non sia facile emergere nella musica come lo era però anche anni fa. Tuttavia sono rimasto sempre dell’idea che il “fare” porti a crearsi pian piano uno spazio in questo Mondo. Il “fare” per me è l’azione che trasforma in maniera rapida un’idea in qualcosa di concreto. Quindi è tutto ciò che c’è dietro allo scrivere nuove canzoni, sperimentare e perché no anche al “cannare” qualche brano o produzione. Molte carriere dei cantautori più affermati oggi in Italia e nel Mondo hanno vissuto un’esperienza simile, che dunque dal basso li ha portati sempre più su con un alternarsi di discese, risalite e poi ancora nuove discese, hit di successo e qua e là anche dei flop. E’ un po' come la vita. Credo che un’artista non possa affermarsi solo con buona dose di popolarità, senza sporcarsi le mani. Credo, infine, che il festival di Sanremo resta il palcoscenico più importante soprattutto come ponte promozionale di lancio di un nuovo lavoro discografico.
Che ne pensi dei Talent show come trampolino di lancio?
Penso che oggi siano diventati più show televisivo che trampolino di lancio. Tuttavia resta una buona opportunità per acquisire una base di fans importante.
Penso che oggi siano diventati più show televisivo che trampolino di lancio. Tuttavia resta una buona opportunità per acquisire una base di fans importante.
È da poco uscito il tuo nuovo album. Ci racconti la genesi del disco?
L’idea dell’album è nata in primavera 2022, in un periodo di scrittura molto prolifico. Assieme al mio team abbiamo prima lavorato alla stesura di provini su più di 20 brani e poi ne abbiamo fatto una selezione ad hoc per la produzione del disco.
Tre dischi che non possono mancare nella tua valigia?
-One dei Beatles
-Emozioni di Battisti
-Squerez dei Lunapop
L’idea dell’album è nata in primavera 2022, in un periodo di scrittura molto prolifico. Assieme al mio team abbiamo prima lavorato alla stesura di provini su più di 20 brani e poi ne abbiamo fatto una selezione ad hoc per la produzione del disco.
Tre dischi che non possono mancare nella tua valigia?
-One dei Beatles
-Emozioni di Battisti
-Squerez dei Lunapop
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Interviste