Ro'Hara si racconta in occasione dell’uscita del suo nuovo singolo “Filo d'oro”

Oggi vi parliamo di Rossella Prignano, in arte Ro'Hara. Fin da bambina è molto curiosa e passa la maggior parte del suo tempo libero ascoltando più musica possibile e cercando di imparare a cantare, imitando i musicisti famosi dell'epoca. Viene notata dalla Direttrice del coro della Chiesa che insiste ad iscriverla in una scuola di canto. Da quel momento Ro'Hara non ha mai abbandonato la musica. Nel 2015 si diploma presso la "Bernstein School of Musical Theatre" di Bologna. La sua esigenza è quella di scrivere e cantare le proprie canzoni, ricevendo, per questi, diversi riscontri artistici durante gli anni, tra i quali: miglior testo inedito al “Premio Casa della Musica” con direttore artistico Andrea Rigonat, vincitrice del “Talent vocal Selection” con Mara Maionchi ed Antonio Vandoni, due volte finalista al “Tour Music Fest”, sempre nella sezione cantautori, è successivamente tra i vincitori di “A Voice for music” con Loretta Martinez e Enzo Campagnoli ed infine è tra i finalisti di “Musicultura 2020”. Dal 2020 ad oggi ha deciso di rimanere in silenzio per dedicarsi al suo nuovo Ep che a breve avremo modo di ascoltare su tutte le piattaforme. Un progetto interamente Pop, nato da due anni di ricerca interiore e musicale e di cambiamento per questa nuova artista emergente.

Di recente ha pubblicato “Filo d'oro” il nuovo singolo che parla di libertà, della voglia di lasciarsi andare senza pregiudizi e della fiducia che bisogna avere negli altri ma soprattutto in se stessi.

 
Come nasce questa passione, questa voglia di proporre te stessa alla gente attraverso la musica e i tuoi testi? 
 L'amore per la musica è stato qualcosa di molto istintivo. Già all'età di sei anni consumavo i dischi dell'epoca ed imitavo le voci dei cantanti famosi. Volevo esibirmi dalla mattina alla sera ma solo in casa; ero una bimba molto timida e di poche parole. Crescendo ho iniziato a lasciarmi andare ed all'età di quindici anni ho iniziato a scrivere la mia musica che è diventata da subito il mio principale mezzo di espressione delle emozioni.

Qual è la tua canzone preferita che ti piace di più suonare?
È difficile scegliere una sola canzone preferita. Penso siano stati scritti un sacco di capolavori. Porto nel cuore un brano che è quello che mi ha spinto poi a scrivere; il titolo è "Lilac Wine" di Jeff Buckley. Artisti come lui sono rari e la sua grande sensibilità musicale è stata di grande ispirazione.

Come giudichi il panorama della canzone italiana? Il Festival di Sanremo è ancora il palcoscenico più importante per gli artisti?
Affermarsi nella musica non è facile, ci provo da anni e purtroppo non basta solo crederci. Dico sempre che chi sceglie questa strada è come immergersi in un mare pieno di pesci. Non è impossibile ma è difficile.
Sono appassionata del Festival e sogno di salire su quel palco un giorno. Obiettivamente è una grande opportunità per la visibilità ma non è l'unico modo per farsi notare: esistono le piattaforme digitali, i live, le sponsorizzazioni ecc. Quest'anno ho trovato tanti giovani talenti emergenti interessanti, anche grazie all'eccellente preparazione di Packy, Vocal Coach di tantissimi artisti della musica italiana. Per me è stata una edizione che sta leggermente ritornando a cose più classiche. Avrei forse voluto sentire brani più ritmati, come "Cenere" di Lazza, rimane il fatto che personalmente Mengoni ha meritato fortemente la vittoria.

Che ne pensi dei Talent show come trampolino di lancio?
Il Talent Show ha i suoi pro e contro. Queste opportunità ti danno una immediata visibilità ma te la possono togliere altrettanto velocemente. Se mi venisse proposto di partecipare sarei più propensa verso il sì.

Ci racconti la genesi del tuo nuovo singolo?
"Filo d'oro" è un brano autobiografico che vuole parlare di rinascita. Quando viviamo un momento difficile e tormentato, il filo delle nostre emozioni è nero e sfilacciato, ma soprattutto scollegato da tutto. Per fortuna non si parla di fine, perché qualcosa o qualcuno riconosce il nostro dolore, stringe il proprio filo d'oro al tuo ed illumina la strada persa, facendoti ritrovare la speranza. Penso che ognuno di noi abbia il proprio filo d'oro, deve solo incontrarlo. È stato facile scrivere "Filo D'oro", non perché sono brava ma perché è stata una esigenza.

Tre dischi che non possono mancare nella tua valigia? 
"Grace" di Jeff Buckley
"Thiller" di Michael Jackson "Tracy Chapman"
Impossibile non aggiungere gli album dei "Beatles"

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