Ciao! Grazie mille.
La musica è per me un modo di esprimere determinati sentimenti o emozioni che a volte sembra troppo complesso esprimere a parole. È un mettersi a nudo di fronte agli altri, aspettando che qualcuno si riconosca nelle tue stesse paure o fragilità, sentendosi in qualche modo al sicuro.
Ricordo che quando ho ascoltato per la prima volta il brano ho capito da subito che si legava bene con il mio stile. Inoltre, ho sempre adorato riarrangiare brani del passato in chiave moderna, è come dare loro una seconda vita e allo stesso tempo omaggiare il passato.
Nel febbraio nel 2022 ricevo un messaggio da parte della mia prof di canto Michela Lombardi in cui mi dice che una signora danese, chiamata Mürvet Sahin, è alla ricerca di un cantante italiano che possa interpretare questa versione italiana della canzone “Holder af de ting”, un brano danese cantato da Regner Egekvist e presentato all’eurovision song contest del 1984. Benché il brano non ebbe un gran successo all’epoca, rimase comunque nella testa e nel cuore di Mürvet, che era decisa a realizzare un arrangiamento moderno del brano tradotto in lingua italiana. La storia e lo stile del brano mi rapirono da subito, quindi entrai in contatto con Mürvet, la quale aveva già ascoltato la mia voce nel mio primo singolo pubblicato “Tutto torna” e ne era rimasta piacevolmente sorpresa. Mi mise quindi in contatto con il produttore danese Søren Bundgaard, con il quale, dopo aver realizzato varie versioni demo del brano a distanza, decidemmo di registrare le voci nel suo studio in Toscana. Riportare alla luce un brano altrimenti dimenticato, sotto una veste ed uno stile più moderno, ci ha fatto sentire ancor di più la necessità di dare il nostro massimo per realizzare un brano che potesse essere apprezzato a livello internazionale.
Lavorare con Søren è stata un’esperienza nuova per me, che fino a quel momento avevo sempre collaborato con produttori italiani. Quello che apprezzo di Søren è che anche lui, come me, è un grande amante delle sonorità anni 80. Inoltre, lui e la sua compagna Helle sono stati molto gentili con me e mi hanno fatto sentire come a casa, spero di rivederli presto.
Il videoclip è nato dalla mente geniale di Giorgio Gabe e Teseo Quarta. Insieme a loro abbiamo ascoltato il brano e abbiamo immaginato quale poteva essere lo stile più adatto. Il fatto di realizzare le riprese fra le case del mio paese, Surbo, e presso le spiagge di San Foca e Torre dell’Orso, ha fatto sì che l’identità del brano si legasse ancor di più con la mia. Credo sia stata di grande importanza la presenza di due figure carismatiche come quelle di Pietro De Feudis e Francesco Colaci, per non dimenticare i magnifici scatti realizzati da Francesca Notaro durante le riprese.
Tramite il Locomotive Jazz Festival ho avuto l’opportunità di aprire l’alba in Jazz che aveva come grande ospite quell’anno il grande Daniele Silvestri, che ha suonato insieme ad un musicista di grande spessore come Raffaele Casarano, peraltro direttore artistico del Locomotive. Devo tanto a Raffaele perché iniziai a far parte di Locomotive giovani nel 2017 e nel 2018 mi omaggiarono con una borsa di studio per i seminari di Nuoro Jazz, altra esperienza magnifica vissuta tramite il Locomotive.
Sto lavorando già al prossimo singolo che si chiama “Amsterdam” e che probabilmente uscirà nel periodo di febbraio/marzo. Inoltre, quest’anno vorrei uscire con il mio primo album/EP. Ho tanti brani ancora fermi che vorrei far uscire allo scoperto, speriamo di farlo quanto prima. Grazie mille per la vostra intervista!
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